Ricordo le loro mani sul mio corpo, la pistola, il coltello, mettiti in ginocchio, chiudi gli occhi, sta' zitta, di dove sei, che lavoro fai, dacci le chiavi, il portafoglio, il libretto degli assegni. Devi pentirti d'aver preso questo taxi, e prega Iddio che i soldi ci siano altrimenti ti squartiamo e ti molliamo in una discarica. E' piena di cani randagi, non ti troveranno mai.
Faccia contro il muro, non fiatare, adesso ci divertiamo un po’ prima che tornino gli altri, zitta ti dico. Le mani non te le sleghiamo, no. Apri 'sta bocca e senti la pistola. Pum! Se premo qui è finita. Caput! Possiamo andare più in fondo, senti quant’è lunga, respira col naso, collabora. Prega Iddio che l'altro torni presto, che di là ce ne sono altri due pronti a darci il cambio. E sono bruttini sai? Dove volevi andartene stanotte sola soletta per le strade di Lima? Lo sai che è pericoloso no?
E col tuo ragazzo a letto che ci fai? Ma dai, sei italiana? Campioni del mondo! Totti, Matarazzi, Buffon. Contro la Francia è stato puro culo no? Io vorrei vedere un Inter-Milan. E come si dice in italiano me gustaria salir contigo? Y estàs muy guapa?Y… Jolìn, el tipo està tardando un huevo, no es que nos jode la plata no? Di quel bastardo lì io non mi fido. Dai, quanti soldi c’erano in banca?. Tu mi dici la cifra esatta ed io ti restituisco gli anelli, che quello ci vuol fottere.
Da quanto vivi a Lima? Non è più bella l'Italia che questo paese del cazzo? Ci dicono che lì nessuno ruba, che i ragazzini non chiedono l'elemosina per strada, ma sarà vero? E poi le donne escono la sera e gli uomini se ne stanno tranquilli in casa. Come faccio ad andare a vivere lì? E se ci sposassimo? Vedi che sono bello, sai? No! La benda non te la tolgo! Tu poi fai la stronza e ci denunci, mica sono scemo. Mettiti in piedi e non aprire gli occhi che sennò poi cazzo t'ammazzo, eh?. Fatti vedere, magari ti incontro per strada e ti offro un caffè. Ce l'hai l'e-mail? Se ti scrivo mi rispondi?
E dimmi: che ti piace del Perù? Il ceviche, la gente, il Machu Pichu? Sai che prima c'erano gli Incas no? Poi sono venuti gli spagnoli e ci hanno rubato tutto; se fossi stata spagnola ti avremmo tagliato la gola, ma gli italiani ci stanno simpatici. Ciao è per dire sia hola che hasta luego no? E come fate a capire la differenza? E a Venezia ci sei mai stata? Ed è vero che lì a Roma vive il Papa? Quello sì che è ricco sfondato no? Anche voi avete tanti soldi. A me la miseria fa schifo, vedi qui che vita di merda. Non ti posso liberare, no, te l'ho già detto. Se adesso arriva il capo ti faccio restituire gli anelli. Il cellulare no, non te lo darà mai. Non credo che ti tengano qui per tanto, ma io non conto un cazzo. Ci sono quelli armati nell'altra stanza che decidono tutto. Io li tengo a bada, sai? Altrimenti ti avrebbero già “passata ai ferri”.
Io intanto immaginavo il peggio e non mi davo pace. La paura mi paralizzava l’anima. Nell'altra stanza c'erano vari uomini armati. Erano matones, ossia los que matan. Avevo pensato che, viste le circostanze, lo stupro fosse il peggio che mi sarebbe potuto capitare, ma c’era qualcosa che mi terrorizzava più' dello stupro: traffico d'organi. Quest'idea iniziò ad ossessionarmi, ero bendata da ore e la mia vita era appesa a un filo. Aspettavamo il tipo col bancomat. E se avessero pianificato tutto? Sequestro, prelievo, stupro, traffico di organi? C'erano troppi uomini e troppe armi, in quella casa. C'era troppa tensione e troppo nervosismo. Mi sentivo come un agnellino a punto di essere sgozzato.
Immaginavo quando avrebbero ritrovato il mio corpo, le foto sui giornali, le lettere in ambasciata, le comunicazioni ai familiari. Pensavo ai telegiornali in Italia. Insegnante sequestrata e barbaramente uccisa nella periferia di Lima, i familiari attendono il corpo a Fiumicino. Riservati i risultati dell'autopsia. Questi pensieri scorrevano nella mia mente mentre i sequestratori mi portavano verso la periferia di Lima. L'autista mi terrorizzava con una voce metallica, un aguzzino mi immobilizzava il collo, un altro mi puntava un revolver su una tempia.
Erano le 11.30 di sera del 14 settembre del 2007 quando, dopo aver bevuto e ballato a più non posso in un pub di Lima, avevo deciso di rientrare a casa. Buona notte a tutti e hasta la pròxima muchachos. Domani lavoro e vado a casa a riposare. Presi un taxi al volo. L’autista sembrava un po' nervosetto. A un certo punto piuttosto che andare verso il centro, vidi che girava verso la periferia e gli dissi: “Sta sbagliando strrr...”. Si girò con una faccia da mostro, le pupille dilatate, le mascelle rigide, la voce metallica. Rimanemmo a fissarci per una frazione di secondo e poi tutto successe come in un film: uscirono dal cruscotto posteriore altri due mostri e mi bloccarono la mascella e le braccia. Mi bendarono e mi portarono in una casa squallida, adibita a sequestro.
E' una scena che ho rivisto migliaia di volte nella mia mente. Entravo ed uscivo dalla doccia per levare lo sporco che non andava mai via, per afferrarmi all'unica certezza rimastami: ero viva, il mio corpo aveva ripreso a funzionare. Ma la mia mente vagava sin rumbo. La paura di essere colpita alle spalle, la sensazione che ci fosse sempre qualcuno in casa, le minacce continue. Chiudevo gli occhi per dormire e ricordavo le ore passate con una benda sugli occhi. E quando suonava la sveglia ricordavo quelle parole: se apri gli occhi ti ammazzo. Brutti bastardi. Me ne fotto della miseria, se avessi avuto un mitra vi avrei ammazzati tutti. Non sono più neanche una donna. Mi avete svaligiato il cuore.
Quando ritornò il mostro, ossia l'ex autista, non era soddisfatto. Aveva prelevato dopo la mezzanotte, dovevano tenermi lì almeno altre 24 ore. Ventiquattr’ore, cazzo. Io non le reggo. Impazzisco e li ammazzo tutti. Uno di loro propose: ha promesso di non denunciarci, lasciamola libera. E la voce metallica replicò: siete diventati tutti froci qui dentro? Poi mi mollarono e andarono a discutere anche con gli altri. Io pregavo Iddio perché mi liberassero. Mi sentivo sporca. Non volevo più essere toccata da quei mostri. Poi all'improvviso, uno di loro mi prese e mi disse: dai è finita, ti liberiamo. Ero così rigida che era come se stesse parlando di un'altra persona. Mi stavano liberando. Li avrei dovuti ringraziare? E di cosa, poi?
Mi risbatterono in macchina con violenza. Io mi abbracciavo a quello che mi sembrava fosse il più umano, quello che mi parlava di Totti e che mi voleva sposare. A un certo punto mi abbracciò e mi disse: mi spiace. Ma no dai, ti pare?
Cercavo di orientarmi, eravamo molto fuori la Lima, a San Juan de Miraflores, in uno dei quartieri più poveri e pericolosi della città. A un certo punto dissero: para aquì no màs. Ossia, facciamola scendere qui, poi s'arrangi lei. Non denunciarci, non parlarne con nessuno, dritta a casa e non fiatare che sappiamo chi sei, dove vivi e te la facciamo pagare. Gli anelli te li restituiamo che sei stata brava ma il cellulare no. Da qui cercati un taxi e arriva in città. Non ti abbiamo toccata neanche con un dito. Vedi quanto siamo bravi?
Eravamo vicini al Ponte Otocongo e il più violento del gruppo mi fece scendere dall’auto. Mi levò la benda e mi disse: sta’ zitta e conta fino a 100! Se apri gli occhi ti ammazzo. Lo disse con tanta ferocia che sentii il vento che mi accarezzava il volto. Spalancai gli occhi e glieli puntai addosso. Vidi la pistola sulla tempia. Cazzo, adesso m’ammazza! Gli tremava la mano, ci guardammo in silenzio. Stronza chiudi gli occhi! Corporatura robusta, brufoli sulle guance. Cierra los ojos, carajo! E fuggirono via all'impazzata.
A quel punto potevo piangere e fare ciò che volevo. Ero libera, ma non riuscivo a muovermi. Avevo paura dei cani. Li sentivo vicini, mi avrebbero potuta sbranare. E quegli insulti mi rimbombavano dentro: te vamos a matar hija de puta! Mi tremavano le ossa, le viscere, il sangue mi si era congelato nelle vene. Camminavo come una zombi reggendomi lo stomaco con le mani.
Vidi una lucetta accesa, pareva vicina ma facevo fatica a camminare. Quando vi ci arrivai c'erano delle persone, pensarono che fossi una mendicante piena di anfetamine. Li guardai e ci fu il silenzio, non riuscivo a parlare, la mandibola mi si muoveva all’impazzata. Mi hanno sequestrata, chiamate la polizia. Io sembravo un rottame e loro non muovevano un dito. Ti hanno violentata? E quanti erano? Cazzo chiamate un’ambulanza. Mi sembrava di non essere ancora uscita da quel maledetto incubo. Così per rompere il ghiaccio dissi: cercatemi un taxi, ho bisogno di tornare a casa.
Entrai nel taxi e fu terribile. Iniziai a muovermi in maniera incontrollata, a singhiozzare con lo stomaco. Sta bene? Le serve qualcosa? No grazie, sono stata appena liberata da un sequestro. Le posso offrire una sigaretta? Ho appena smesso di fumare. Fumi che le fa bene. La ringrazio, ho appena smesso. Mi riportò sotto casa che era quasi l'alba. Aprii la porta e suonò la sveglia. Dovevo farmi una doccia e correre subito al lavoro.
Faccia contro il muro, non fiatare, adesso ci divertiamo un po’ prima che tornino gli altri, zitta ti dico. Le mani non te le sleghiamo, no. Apri 'sta bocca e senti la pistola. Pum! Se premo qui è finita. Caput! Possiamo andare più in fondo, senti quant’è lunga, respira col naso, collabora. Prega Iddio che l'altro torni presto, che di là ce ne sono altri due pronti a darci il cambio. E sono bruttini sai? Dove volevi andartene stanotte sola soletta per le strade di Lima? Lo sai che è pericoloso no?
E col tuo ragazzo a letto che ci fai? Ma dai, sei italiana? Campioni del mondo! Totti, Matarazzi, Buffon. Contro la Francia è stato puro culo no? Io vorrei vedere un Inter-Milan. E come si dice in italiano me gustaria salir contigo? Y estàs muy guapa?Y… Jolìn, el tipo està tardando un huevo, no es que nos jode la plata no? Di quel bastardo lì io non mi fido. Dai, quanti soldi c’erano in banca?. Tu mi dici la cifra esatta ed io ti restituisco gli anelli, che quello ci vuol fottere.
Da quanto vivi a Lima? Non è più bella l'Italia che questo paese del cazzo? Ci dicono che lì nessuno ruba, che i ragazzini non chiedono l'elemosina per strada, ma sarà vero? E poi le donne escono la sera e gli uomini se ne stanno tranquilli in casa. Come faccio ad andare a vivere lì? E se ci sposassimo? Vedi che sono bello, sai? No! La benda non te la tolgo! Tu poi fai la stronza e ci denunci, mica sono scemo. Mettiti in piedi e non aprire gli occhi che sennò poi cazzo t'ammazzo, eh?. Fatti vedere, magari ti incontro per strada e ti offro un caffè. Ce l'hai l'e-mail? Se ti scrivo mi rispondi?
E dimmi: che ti piace del Perù? Il ceviche, la gente, il Machu Pichu? Sai che prima c'erano gli Incas no? Poi sono venuti gli spagnoli e ci hanno rubato tutto; se fossi stata spagnola ti avremmo tagliato la gola, ma gli italiani ci stanno simpatici. Ciao è per dire sia hola che hasta luego no? E come fate a capire la differenza? E a Venezia ci sei mai stata? Ed è vero che lì a Roma vive il Papa? Quello sì che è ricco sfondato no? Anche voi avete tanti soldi. A me la miseria fa schifo, vedi qui che vita di merda. Non ti posso liberare, no, te l'ho già detto. Se adesso arriva il capo ti faccio restituire gli anelli. Il cellulare no, non te lo darà mai. Non credo che ti tengano qui per tanto, ma io non conto un cazzo. Ci sono quelli armati nell'altra stanza che decidono tutto. Io li tengo a bada, sai? Altrimenti ti avrebbero già “passata ai ferri”.
Io intanto immaginavo il peggio e non mi davo pace. La paura mi paralizzava l’anima. Nell'altra stanza c'erano vari uomini armati. Erano matones, ossia los que matan. Avevo pensato che, viste le circostanze, lo stupro fosse il peggio che mi sarebbe potuto capitare, ma c’era qualcosa che mi terrorizzava più' dello stupro: traffico d'organi. Quest'idea iniziò ad ossessionarmi, ero bendata da ore e la mia vita era appesa a un filo. Aspettavamo il tipo col bancomat. E se avessero pianificato tutto? Sequestro, prelievo, stupro, traffico di organi? C'erano troppi uomini e troppe armi, in quella casa. C'era troppa tensione e troppo nervosismo. Mi sentivo come un agnellino a punto di essere sgozzato.
Immaginavo quando avrebbero ritrovato il mio corpo, le foto sui giornali, le lettere in ambasciata, le comunicazioni ai familiari. Pensavo ai telegiornali in Italia. Insegnante sequestrata e barbaramente uccisa nella periferia di Lima, i familiari attendono il corpo a Fiumicino. Riservati i risultati dell'autopsia. Questi pensieri scorrevano nella mia mente mentre i sequestratori mi portavano verso la periferia di Lima. L'autista mi terrorizzava con una voce metallica, un aguzzino mi immobilizzava il collo, un altro mi puntava un revolver su una tempia.
Erano le 11.30 di sera del 14 settembre del 2007 quando, dopo aver bevuto e ballato a più non posso in un pub di Lima, avevo deciso di rientrare a casa. Buona notte a tutti e hasta la pròxima muchachos. Domani lavoro e vado a casa a riposare. Presi un taxi al volo. L’autista sembrava un po' nervosetto. A un certo punto piuttosto che andare verso il centro, vidi che girava verso la periferia e gli dissi: “Sta sbagliando strrr...”. Si girò con una faccia da mostro, le pupille dilatate, le mascelle rigide, la voce metallica. Rimanemmo a fissarci per una frazione di secondo e poi tutto successe come in un film: uscirono dal cruscotto posteriore altri due mostri e mi bloccarono la mascella e le braccia. Mi bendarono e mi portarono in una casa squallida, adibita a sequestro.
E' una scena che ho rivisto migliaia di volte nella mia mente. Entravo ed uscivo dalla doccia per levare lo sporco che non andava mai via, per afferrarmi all'unica certezza rimastami: ero viva, il mio corpo aveva ripreso a funzionare. Ma la mia mente vagava sin rumbo. La paura di essere colpita alle spalle, la sensazione che ci fosse sempre qualcuno in casa, le minacce continue. Chiudevo gli occhi per dormire e ricordavo le ore passate con una benda sugli occhi. E quando suonava la sveglia ricordavo quelle parole: se apri gli occhi ti ammazzo. Brutti bastardi. Me ne fotto della miseria, se avessi avuto un mitra vi avrei ammazzati tutti. Non sono più neanche una donna. Mi avete svaligiato il cuore.
Quando ritornò il mostro, ossia l'ex autista, non era soddisfatto. Aveva prelevato dopo la mezzanotte, dovevano tenermi lì almeno altre 24 ore. Ventiquattr’ore, cazzo. Io non le reggo. Impazzisco e li ammazzo tutti. Uno di loro propose: ha promesso di non denunciarci, lasciamola libera. E la voce metallica replicò: siete diventati tutti froci qui dentro? Poi mi mollarono e andarono a discutere anche con gli altri. Io pregavo Iddio perché mi liberassero. Mi sentivo sporca. Non volevo più essere toccata da quei mostri. Poi all'improvviso, uno di loro mi prese e mi disse: dai è finita, ti liberiamo. Ero così rigida che era come se stesse parlando di un'altra persona. Mi stavano liberando. Li avrei dovuti ringraziare? E di cosa, poi?
Mi risbatterono in macchina con violenza. Io mi abbracciavo a quello che mi sembrava fosse il più umano, quello che mi parlava di Totti e che mi voleva sposare. A un certo punto mi abbracciò e mi disse: mi spiace. Ma no dai, ti pare?
Cercavo di orientarmi, eravamo molto fuori la Lima, a San Juan de Miraflores, in uno dei quartieri più poveri e pericolosi della città. A un certo punto dissero: para aquì no màs. Ossia, facciamola scendere qui, poi s'arrangi lei. Non denunciarci, non parlarne con nessuno, dritta a casa e non fiatare che sappiamo chi sei, dove vivi e te la facciamo pagare. Gli anelli te li restituiamo che sei stata brava ma il cellulare no. Da qui cercati un taxi e arriva in città. Non ti abbiamo toccata neanche con un dito. Vedi quanto siamo bravi?
Eravamo vicini al Ponte Otocongo e il più violento del gruppo mi fece scendere dall’auto. Mi levò la benda e mi disse: sta’ zitta e conta fino a 100! Se apri gli occhi ti ammazzo. Lo disse con tanta ferocia che sentii il vento che mi accarezzava il volto. Spalancai gli occhi e glieli puntai addosso. Vidi la pistola sulla tempia. Cazzo, adesso m’ammazza! Gli tremava la mano, ci guardammo in silenzio. Stronza chiudi gli occhi! Corporatura robusta, brufoli sulle guance. Cierra los ojos, carajo! E fuggirono via all'impazzata.
A quel punto potevo piangere e fare ciò che volevo. Ero libera, ma non riuscivo a muovermi. Avevo paura dei cani. Li sentivo vicini, mi avrebbero potuta sbranare. E quegli insulti mi rimbombavano dentro: te vamos a matar hija de puta! Mi tremavano le ossa, le viscere, il sangue mi si era congelato nelle vene. Camminavo come una zombi reggendomi lo stomaco con le mani.
Vidi una lucetta accesa, pareva vicina ma facevo fatica a camminare. Quando vi ci arrivai c'erano delle persone, pensarono che fossi una mendicante piena di anfetamine. Li guardai e ci fu il silenzio, non riuscivo a parlare, la mandibola mi si muoveva all’impazzata. Mi hanno sequestrata, chiamate la polizia. Io sembravo un rottame e loro non muovevano un dito. Ti hanno violentata? E quanti erano? Cazzo chiamate un’ambulanza. Mi sembrava di non essere ancora uscita da quel maledetto incubo. Così per rompere il ghiaccio dissi: cercatemi un taxi, ho bisogno di tornare a casa.
Entrai nel taxi e fu terribile. Iniziai a muovermi in maniera incontrollata, a singhiozzare con lo stomaco. Sta bene? Le serve qualcosa? No grazie, sono stata appena liberata da un sequestro. Le posso offrire una sigaretta? Ho appena smesso di fumare. Fumi che le fa bene. La ringrazio, ho appena smesso. Mi riportò sotto casa che era quasi l'alba. Aprii la porta e suonò la sveglia. Dovevo farmi una doccia e correre subito al lavoro.
No hay comentarios:
Publicar un comentario